CAMBIARE PROSPETTIVA SI PUÒ, ECCO COME FARE LA MAGIA

Si sente spesso parlare di saper cambiare la prospettiva sulle cose, ma cosa significa e soprattutto, cosa comporta e come diventare bravi a cambiare prospettiva può migliorare la nostra vita?

La prospettiva, lo dice la stessa etimologia di questa parola (“Forma femminile sostantivata di "prospettivo", derivante a sua volta dal latino tardo "prospectivus", "che assicura la vista". Nel campo degli studi ottici medievali la perspectiva indicava l'ottica stessa - perspectiva naturalis - intesa come percezione visiva”. Da Wikipedia) ha a che fare con il modo in cui guardiamo la realtà, il punto di vista da cui la guardiamo, la nostra ottica.
La prospettiva di cui mi interessa parlare in questo post, è quella che riguarda la nostra visione delle cose intesa come il modo in cui percepiamo, giudichiamo e viviamo gli eventi della nostra vita classificandoli come positivi o negativi.

Nella maggior parte di casi, diamo per scontato che il modo in cui giudichiamo o sentiamo un evento o una situazione sia oggettivo mentre in realtà è il frutto delle nostre convinzioni consce o inconsce che, a loro volta sono frutto di una serie di fattori come l'educazione ricevuta, l'ambiente familiare, i sistemi di credenze che caratterizzano la società in cui viviamo, la religione, il nostro carattere o il temperamento che abbiamo.
Tutto questo, anche senza che ce ne accorgiamo, crea in noi, nella nostra testa, una serie di filtri attraverso i quali percepiamo la nostra realtà e gli eventi che la caratterizzano e il modo in cui percepiamo la realtà determina le nostre azioni e quindi i nostri risultati e infine il nostro destino, la vita che ci costruiamo giorno dopo giorno.
Questi filtri sono l'elemento su cui possiamo agire per cambiare la visione che abbiamo delle cose e quindi in buona sostanza creare il destino che vogliamo, partendo dalle nostre convinzioni.

Le convinzioni che danno vita al nostro comportamento possono essere limitanti o potenzianti.
Le convinzioni limitanti sono quelle che in qualche modo limitano e frenano l'azione come ad esempio: non sono capace di fare questa cosa, è un obiettivo troppo ambizioso per me, non sono una persona destinata a riuscire, non è una cosa da donne, ecc.
Se sono queste convinzioni a fare da filtro nella tua testa, è facile immaginare come il comportamento che ne consegue sarà passivo e rinunciatario e ti porterà a non intraprendere una serie di azioni che ritieni di non saper o non poter fare. Questo atteggiamento è depotenziante.
Le convinzioni potenzianti, invece, sono appunto quelle che stimolando l'azione, aiutano a raggiungere un obiettivo, ad esempio: ho tutte le capacità per realizzare questo progetto, sono in grado di sostenere il colloquio di lavoro, merito una vita migliore, posso migliorare il mio aspetto.
Se sono queste convinzioni a fare da filtro nella tua testa, è facile immaginare come il comportamento che ne consegue sarà positivo e volto all'azione.

Naturalmente non sarà necessario cambiare prospettiva nei casi in cui riusciamo ad avere una visione positiva e che ci potenzia, ma sicuramente può essere utile e trasformativo agire sulle convinzioni limitanti.
Possiamo farlo partendo da una consapevolezza:

nessun evento o situazione è di per sé positiva o negativa ma è un fatto e, qualsiasi cosa ci accada, possiamo essere noi a scegliere che significato dargli e quindi come reagire.


A causa dei filtri e delle convinzioni di cui ti ho parlato sopra siamo talmente abituati a reagire agli eventi senza pensarci e in modo automatico, che abbiamo dimenticato questa grande possibilità: quella di scegliere che valore dare alle cose.
Se ti concentri solo sugli aspetti negativi di un evento che a prima impressione può sembrare sfortunato, non riuscirai mai a vedere i suoi aspetti positivi che in realtà ci sono sempre, solo che non siamo abituati a scovarli a causa dei famosi filtri.
Se invece concentri la tua attenzione sugli aspetti positivi dello stesso evento, tutto cambia: sarai capace di agire in modo potenziante e trarre vantaggio anche dalle dalle situazioni più disagevoli. 
Faccio un esempio un po' estremo: se scivoli e ti sloghi una caviglia sarai sicuramente presa dallo scoramento per il periodo di cura e convalescenza che dovrai trascorrere senza la possibilità di muoverti. Ma quella costrizione potrebbe portarti ad approfondire mondi inesplorati: non poter fare molto a livello fisico, infatti, ci permette di addentrarci nel profondo di noi stesse, fermarci a riflettere, pensare, valutare, fare un bel viaggio nel nostro mondo interiore che normalmente, prese dal tran tran quotidiano, non faremmo. Molte persone dopo un periodo di immobilità fisica, prendono decisioni molto importanti per la loro vita che rimandavano da sempre. Come vedi, un evento che a prima impressione appare sfortunato, può portare un altro tipo di beneficio, a volte molto più grande e prezioso.

Ma come si impara a cambiare prospettiva sulle cose? Anche questa è una questione di esercizio.
Allenare la nostra visione significa, di fronte a situazioni che viviamo come negative, chiederci sempre:

  • cos'altro può significare per me questa esperienza? 
  • Cosa c'è di buono in questo? 
  • Qual è il miglior significato che posso attribuire a quello che mi sta accadendo? 

E per rispondere a queste domande, scegli sempre il significato che ti potenzia, quello che ti porta ad agire anziché frenarti perché ti sarà molto più utile.

Puoi fare questo esercizio anche per iscritto ogni volta che ti trovi di fronte a una difficoltà scrivendo da una parte la tua percezione negativa della situazione e dall'altra il modo diverso e potenziante in cui puoi interpretarla, quello che ti porti energia e che sia utile per la tua vita e vedrai che tutto inizierà, quasi magicamente, a cambiare.

E secondo te, quale arcano dei Tarocchi mi ha ispirato questo post? Scrivimelo nei commenti!

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Manuela Angelini

Lettrice e insegnate di Tarocchi

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