L'essere umano è una creatura meravigliosa e complessa, piena di qualità, risorse e talenti. Tra le facoltà di cui disponiamo ve ne sono due che, per varie ragioni, sia naturali che sociali, vengono spesso messe in contrapposizione, come in un'eterna lotta in cui l'uno debba per forza prevalere sull'altro: sto parlando dell'intuito e della razionalità. Entrambi in realtà sono utili e necessari al benessere psicofisico, alla realizzazione individuale e al buon andamento della vita sociale.
Accade però, che spesso l'attivazione di una delle due facoltà inibisce, del tutto o solo in parte, l'altra: mentre pensiamo non riusciamo ad ascoltare la voce dell'intuito in maniera nitida e viceversa. In altre parole, essere in contatto con le sensazioni richiede, in genere, di non pensare, poiché quando siamo sintonizzati su una delle due funzioni, escludiamo i buona parte o del tutto l'altra.
Immagina di trovarti a fare una passeggiata nella natura, in montagna o in campagna magari. Se passi la maggior parte del tempo a pensare e rimuginare, difficilmente potrai apprezzare quello che c'è intorno a te e trarre dall'esperienza una qualche gratificazione, perché il pensare ti impedisce di focalizzare la tua attenzione sul sentire e quindi di entrare davvero in contatto con la natura e con la sua capacità di rigenerarci.
Vediamo di chiarire meglio che cosa si intende con sentire (verbo legato all'intuito) e con pensare (verbo legato alla razionalità) poiché capire questa differenza ci aiuta a riconoscere quando siamo focalizzati sull'uno o sull'altro e quindi ad accedere consapevolmente ad entrambe le risorse al momento giusto. Come spiega bene il prof. Enrico Cheli nel suo Percorsi di consapevolezza:
«Mentre il sentire è sempre immediato e spontaneo, il pensare è inevitabilmente influenzato a priori dai nostri schemi mentali, dai pregiudizi, dai valori e costumi della cultura e società a cui apparteniamo. Sentire è essere in contatto diretto col qui e ora, percepire la realtà del momento, mentre pensare è sovente un proiettare le proprie speranze, paure e credenze sulla situazione stessa». E. Cheli
Il sentire è la cosa più nostra che abbiamo. Il pensare, invece, non è del tutto nostro, poiché come abbiamo appena visto, è costituito in gran parte da credenze e idee per lo più ereditate culturalmente. Il pensare è facilmente manipolabile, difatti mediante le molte forme di condizionamento sociale si possono portare gli individui a ritenere vere, giuste e naturali cose che non lo sono affatto e, viceversa, a considerare false e inesistenti cose reali. Il sentire, invece, non è manipolabile: non si può spacciare una sensazione spiacevole per piacevole, lo si può far credere con le parole, ma alla prova dei fatti la verità salta fuori. Qualcuno può convincerti che la cioccolata sia cattiva, ma se hai il coraggio di sottoporre a verifica tale affermazione assaggiandola, non potrai fare a meno di provare una sensazione dolce e piacevole, che smentirà ogni tentativo di farti credere il contrario.
Il pensiero logico e razionale, però, è anche quella parte di noi che sa pianificare, organizzare e finalizzare, quindi è essenziale per trasformare il sentire e le intuizioni in scelte e azioni pratiche, che facciano dell'intuizione una felice realtà.
Ecco perché è molto importante recuperare la nostra parte sensibile e intuitiva per poi trovare un buon equilibrio e un dialogo costruttivo fra queste due parti di noi.
Albert Einstein ha scritto:
“La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servitore fedele. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”.
Credo che in questa frase si concentri tutto ciò che c'è da sapere sul tipo di rapporto fra intuito e ragione che spesso si instaura in noi (abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono) e su come sarebbe bene che invece si rapportassero l'un l'altro (la mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servitore fedele).
È quindi fondamentale innanzitutto rivalutare il sentire, per poi riconciliarlo e integrarlo con il pensare. Ci sono momenti in cui bisogna affidarsi all'intuito e momenti in cui bisogna utilizzare la razionalità, ma se per anni, ci si è dedicati prevalentemente al pensare, è probabile che le facoltà sensibili e intuitive si siano un po' atrofizzate e così, quando servono, non funzionano più come dovrebbero, manifestando sensazioni confuse, distorte o che non riusciamo a decifrare a causa delle interferenze della razionalità.
Riattivare la nostra parte intuitiva però è possibile e non è neanche un'operazione difficile, faticosa e infinita, come si potrebbe credere: basta investire in questo intento un po' di tempo e di energie in tre piccoli step:
Sono Manuela Angelini e mi occupo di Tarocchi e consapevolezza.