POSSO LEGGERMI I TAROCCHI DA SOLA?

Una delle cose che mi viene chiesta più spesso da chi è all'inizio del suo viaggio nel mondo dei Tarocchi è se sia possibile leggersi i Tarocchi da soli.
Questa domanda nasce probabilmente da due fattori:

  • la credenza piuttosto diffusa secondo la quale la pratica dell'autolettura porterebbe sfortuna o smuoverebbe energie negative
  • l'idea secondo cui è molto difficile essere “oggettivi” quando si leggono i Tarocchi per se stessi e quindi si tenderebbe a vederci “ciò che si vuole vedere”.

Ti dico subito che sono una convinta sostenitrice della pratica dell'autolettura e ti spiego il perché cercando di sfatare i preconcetti che ti ho appena elencato.

LE RADICI DELLE FALSE CREDENZE SULL'AUTOLETTURA

Partiamo dalle radici di questa credenza: nel corso dei secoli, i Tarocchi sono stati associati a pratiche misteriose e occulte, suscitando timori e sospetti nelle istituzioni religiose e civili. Questa mancanza di comprensione ha alimentato la convinzione che leggere le carte a se stessi possa da un lato essere pericoloso perché non tutti avrebbero esperienza nel gestire strane energie negative che i Tarocchi andrebbero a smuovere e, dall'altro, portare a un auto-inganno e distorcere le informazioni.

Cerchiamo di andare un po' più a fondo.

La credenza secondo la quale i Tarocchi smuoverebbero energie strane o entità negative non ha alcun fondamento se li guardiamo per quello che sono: un oggetto.
Un mazzo di Tarocchi di pe sé non ha alcun potere, è l'uso che ne facciamo che può essere al massimo poco utile (quando per esempio chiediamo ossessivamente del futuro, invece di chiarire come agire sul nostro presente per migliorarlo), ma mai pericoloso al punto tale da generare eventi infausti.
Sappiamo bene che intorno ai Tarocchi sono nate tante superstizioni, ma se solo si ha la curiosità di informarsi oltre ciò che spesso si sente dire a livello superficiale, si può subito constatare che tanti pensatori del passato e del presente hanno sperimentato i Tarocchi senza preconcetti, come strumento di autocoscienza e fonte di ispirazione.

IL RINASCIMENTO DEI TAROCCHI

Dagli anni '30, infatti, grazie anche alla diffusione negli Stati Uniti, dove hanno uno straordinario sviluppo, i Tarocchi hanno cominciato ad essere presi in considerazione non solo dai cartomanti o dai ristretti circoli esoterici. La Pop Art ha poi contribuito poi a portarli nel quotidiano.
Dagli anni '70 è cresciuto un interesse che ha coinvolto molti ambiti, tra cui filosofia, arte, psicologia, metafisica, spiritualità, crescita personale.
Il nuovo millennio ha dato il via a un nuovo Rinascimento nella comunicazione, nell'arte e nella riscoperta di saperi antichi che si intersecano e mescolano: oggi come seicento anni fa, i Tarocchi fanno parte di questo cambiamento epocale.

Basta tenerli in mano per capire la portata di questo straordinario strumento che ha accomunato nella storia poeti e critici, liberi pensatori, filosofi e artisti di ogni genere: Bonifacio Bembo, Salvador Dalì, Renato Guttuso, Jung, Calvino, Osho, David Bowie…

Quindi possiamo dire che no, i Tarocchi non sono il male, non portano sfortuna, non smuovono energie strane, non attirano entità negative, per cui leggerli per se stessi sarebbe sconsigliabile anzi, è esattamente l'opposto.

Oggi il Tarocco è più vivo che mai, è un immenso ambito che raggruppa centinaia di migliaia di appassionati e una miriade di pratiche: storytelling, journaling, introspezione, meditazione, coaching; e dunque non è più possibile relegarlo a una mera pratica superstiziosa da cui tenersi alla larga.
Occorre però guardare ai Tarocchi senza preconcetti, con la curiosità di chi si avvicina a uno strumento apparentemente semplice ma ricco di profondità e suggestioni.

AUTOINFLUENZA O AUTODETERMINAZIONE?

C'è poi la seconda questione: è molto difficile essere “oggettivi” quando si leggono i Tarocchi per se stessi e quindi si tende a vederci “ciò che si vuole vedere”.
Su questo punto ti invito a fare una riflessione: perché si teme tanto di autoinfluenzarsi?
Chi o cosa dovrebbe influenzare le nostre decisioni, le nostre scelte e le nostre azioni, se non noi stesse?
Perché abbiamo così poca fiducia in quello che percepiamo o anche – come spesso mi sento dire – che vogliamo vedere?

In fondo, a pensarci bene, se nelle carte vediamo “quello che vogliamo vedere” non stiamo facendo altro che dare voce a un nostro desiderio o bisogno profondo ed è solo riconoscendo quel desiderio/bisogno – e non negandolo - che possiamo connetterci con esso, con le emozioni che ci fa sentire e capire così se è davvero nostro o se è il frutto di pressioni esterne o di una qualche convinzione o di una percezione limitante che abbiamo di noi stesse.
Piuttosto che aver paura di ascoltare la nostra voce interiore, è utile allora formulare domande mirate, che ci aiutino proprio a far emergere ciò che è dentro di noi.

Per esempio:

  • Cosa desidero/di cosa ho bisogno davvero?
  • A cosa dovrei prestare attenzione?
  • Cosa mi ostacola? Cosa mia aiuta?
  • A quali risorse posso attingere?

Per concludere: più che la preoccupazione di autoinfluenzarci può essere utile aprirci alla fiducia in ciò che vediamo e sentiamo, nel nostro intuito e persino nell'Universo che, anche attraverso i messaggi delle carte, ci guida e ci supporta.

Abbiamo dunque sfatato due falsi miti che riguardano l'autolettura dei Tarocchi o, per dirla in modo diverso, l'uso personale di questo strumento.

La prossima volta andremo più a fondo e vedremo quali sono i benefici di questa pratica, ma nell'attesa ti invito a iscriverti alla lista d'attesa del mio Progetto Didattico che (spoiler!) partirà proprio dalla pratica dell'autolettura, base essenziale per poi aprire un mondo di infinite possibilità, vedrai!

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Manuela Angelini

Lettrice e insegnate di Tarocchi

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